OL3 bike: Tandem ad abbraccio

La mobilità sostenibile come chi se ne occupa sa molto bene, non è costituita soltanto dalle biciclette, dai tandem, dalle cargobike ecc.

Si tratta piuttosto di una miriade di sfumature fra le quali si trovano i mezzi per soddisfare tantissime esigenze.

Mi sono occupato spesso nei mesi scorsi della mobilità sostenibile con le cargo bike, a volte con quei mezzi un po’ strani che servono per il trasporto dei disabili. Oppure delle carrozzine direttamente montate sul sulla parte anteriore del telaio della bicicletta.

Oggi voglio raccontare di un tipo di tandem molto particolare, un tandem che possiamo definire “da abbraccio” il cui vero nome è “tandem a guida posteriore”, ma è una definizione un po’ fredda, quasi ministeriale, mentre nella scelta di quel mezzo c’è molto di personale ed affettivo e poco di ministeriale.

Io lo definisco abbracciato perché prendo in prestito le parole di Raffaella che ha potuto comprarne un esemplare e lo sta usando tuttora in città e Gallarate.

Raffaella mi ha raccontato che è passata attraverso diverse esperienze di altri mezzi per risolvere il suo problema ma in realtà non ha avuto significativa soddisfazione finché un giorno non si è imbattuta in questo tandem prodotto dalla OL3 Bike di Fossó in provincia di Venezia.

Sono andato a trovarla per capire come fosse fatto questo tandem a guida posteriore, come lo avesse provato, come lo avesse rintracciato e se si fosse trovata effettivamente bene con questo mezzo, soprattutto se questo mezzo l’avesse aiutata a risolvere la sua situazione.

Raffaella è la mamma di un ragazzo con la sindrome di Down che tra le altre cose pare che sia anche molto pigro per cui fa fatica a pedalare e soprattutto se capisce che c’è da far fatica se la prende e si rifiuta anche di salire in bicicletta.

Qualche dato tecnico del tandem: telaio in alluminio di un colore arancio acceso (bellissimo), ruote da 27. 5, forcella anteriore ammortizzata, pedalata assistita, con una autonomia di 90-100 km, freni idraulici a disco anteriori e posteriori. Cavalletto centrale doppio per avere una grande stabilità in caso di fermata. Fra gli optional disponibili presso il produttore troviamo anche un kit di adattamento per trasformarlo in un tandem tradizionale oltre a tutta una serie di piccoli accessori come il seggiolino posteriore con un piccolo schienale, l’adattatore per le pedivelle regolabili e i pedali anteriori con le cinghie di ritenuta per chi ha difficoltà di coordinazione fra il movimento di gamba e pedalata. Le ruote sono dotate di pneumatici da 2 pollici e 10 rinforzati con camera d’aria autoriparante per eliminare la scocciatura delle forature che quando si va in giro in bicicletta possono essere sempre in agguato. Sul manubrio trova posto un computer di bordo con display retroilluminato per la gestione del percorso del motore e della batteria. Il portapacchi posteriore alloggia la batteria che alimenta il motore e naturalmente può ospitare comodamente anche le classiche borse laterali da bicicletta per consentire agli utenti di fare anche attività di cicloturismo. Non ci sono indicazioni di peso ma tutto sommato loro ritengo un elemento non particolarmente interessante perché lo scopo di questi mezzi è più che altro quello di avere la possibilità di portare comodamente due persone facendo provare l’ebbrezza del viaggio cicloturistico ma anche del viaggio in città anche a chi ha difficoltà a muoversi autonomamente in bicicletta.

  • Come è giunta a questo mezzo?

Dopo averne provati alcuni sono arrivata ad Arco prima di arrivare a Fossò. L’incontro con Marco Mazzato, titolare della OL3 Bike, è stato particolarmente piacevole. Ci ha messi subito a nostro agio e si capisce che la sua “creazione” arriva da anni di tentativi e da una esperienza diretta nel campo. Una ricerca che da esperimento personale si è trasformata di attività artigianale per la produzione di mezzi speciali. Insomma “ci ha messo del suo”, anche nelle scelte dei dettagli.

  • Cosa le è piaciuto di più?

La cosa che ci ha dato maggior soddisfazione, sia a me che mio marito, è la possibilità di guidare il tandem regalando al passeggero la visione completa del percorso e del panorama. Il passeggero è seduto in una posizione leggermente ribassata rispetto al pilota ma davanti non ha nulla che gli impedisca la visione. E pedalare godendo del paesaggio ha un effetto completamente diverso da quando si pedala sui tandem normali. Chi sta dietro se non è della stessa altezza di quello davanti si perde molto della bellezza dell’uscita sui pedali. Insomma l’esperienza è veramente differente e il passeggero se la gusta tutta. Mio figlio Filippo non ha neppure il tempo di annoiarsi. Nel contempo la fatica, sia la sua che la mia, è minima anche grazie alla pedalata assistita. Che nei casi di uscite lunghe o con qualche salita in mezzo fa tanta differenza. Per prendere confidenza col mezzo lungo e con un manubrio inusuale, bastano pochi colpi pedale. (posso confermarlo perché ho provato a fare un giro breve in giardino).

  • Ha già fatto qualche viaggio fino ad ora?

In realtà il tandem me lo hanno consegnato un paio di settimane fa ed il giro più lungo è stato quello del lago di Varese che sono comunque quasi 30 km. Filippo non si è mai annoiato, anzi ha pedalato volentieri perché ha capito che contribuiva alla marcia, non era un semplice passeggero ma anche una parte importante “del duetto” sul mezzo. Filippo è rimasto contentissimo, seduto per tutto il tempo sul tandem. Non era mai accaduto.

  • Impressioni? (domanda testuale)

“Uno sballo…” (ride) è la risposta secca, che testimonia l’entusiasmo per il tandem.

  • Caratteristiche di guida?

Niente di particolare se non la lunghezza del tandem e la larghezza del manubrio. Mi auguro di non dover mai passare attraverso le forche caudine degli “archetti sulle ciclabili” perché lì saremmo davvero in difficoltà. La posizione avanzata del passeggero consente anche al genitore di tenerlo d’occhio e intrattenere una chiacchierata mentre si pedala, magari raccontandogli il paesaggio.

  • Cosa la convince di meno e vorrebbe migliorare?

Per adesso direi nulla e spero di rimanere di questa opinione anche prossimamente…

Fra le cose che ci ha raccontato Raffaella c’è anche quella che ha provato altri mezzi analoghi senza però avere la soddisfazione che si aspettava. Diciamo che gli altri mezzi provati rispetto al tandem erano più corti e lo sviluppo longitudinale del tandem lo rende leggermente meno agile nel traffico o maneggevole Ma come dico sempre io una volta che uno ci ha preso le misure diventa tutto molto più facile

La chicca finale della chiacchierata è che Raffaella e suo marito sono disponibili a far provare il tandem a chi volesse farlo.

Una nota di servizio da non sottovalutare: il tandem è acquistabile anche grazie ad un bando della regione Lombardia con un contributo a fondo perduto fino al 70% della spesa per “Tandem elettrico a guida posteriore”.

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