Consegne dell’ultimo miglio: l’esperimento di Milano

Buone notizie sul fronte consegne dell’ultimo miglio.

Il Comune di Milano e l’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (AMAT) lo scorso anno si sono aggiudicati un bando internazionale “Zero Emission Urban Goods Transportation technical assistance programme” lanciato da C40, con il supporto di Ingka Group (IKEA Retail), per incentivare la logistica urbana e la consegna delle merci a zero emissioni. (fonte Ufficio Stampa del Comune di Milano)

Nel corso del 2022 grazie alla collaborazione con UBM (Urban Bike Messenger ) che da anni svolge logistica e trasporti sul territorio di Milano con le consegne in cargobike, è stato avviato un periodo di test per verificare se la consegna con le cargobike fosse “più conveniente” rispetto a quelle fatte con i tradizionali furgoni. Un test con 4.117 consegne per 4.784 pacchi, all’interno di un’area in una zona centrale della città di 3 km² di estensione, utilizzando cargo bike elettriche. Per avere un’idea la superficie corrisponde a circa un quadrato di circa 1,7 km di lato, lunghezza che si percorre a piedi in una ventina di minuti.

L’analisi conclusiva dei dati ha mostrato che “le consegne di ultimo miglio in ambito urbano effettuate con le cargo bike sono più efficienti delle consegne effettuate con il tradizionale van dal punto di vista trasportistico, economico ed ambientale” In particolare lo studio ha dimostrato che il tempo necessario per concludere la consegna di un pacco è stato ridotto utilizzando le cargo bike a circa 4,2 minuti/pacco rispetto ai 5,5 minuti/pacco; i costi per il trasporto sono passati da 2,35 euro a consegna a 1,40 euro; mentre si stima che le emissioni inquinanti di PM10, PM2,5, anidride carbonica e ossidi di azoto si possano quasi azzerare.(fonte Ufficio Stampa del Comune di Milano)

Cosa si evince da tutto questo? Potremmo partire da lontano ma se rimaniamo sui dati salta all’occhio che il solo fatto di non avere mezzi a motore che girano in città, che occupano moltissimo spazio sia quando sono carichi che quando sono vuoti, produce ottimi effetti sulla qualità dell’aria (Milano sta esaurendo i bonus annuali di sforamento dei livelli di inquinamento stabiliti dalla UE), sulla congestione del traffico stradale, sulla duttilità della consegna grazie al mezzo utilizzato ed anche sulla rapidità della consegna.

Ostacoli ce ne sono, a cominciare dal principale costituito dalla logistica e dalla necessità di realizzare hub esterni ma in prossimità del centro dove far arrivare i mezzi di dimensioni maggiori che scaricano i pacchi sui mezzi più piccoli ed agili come le cargobike a pedalata assistita che, a beneficio di chi non lo ricordasse, hanno capacità di carico fino a 150 kg, con punte, nel caso di mezzi a 4 ruote come Sum-X, di 300 kg e 2 mc di portata a fronte di un peso del mezzo di 46 kg. All’estero questo sistema “capillare” è ampiamente diffuso con hub cui arrivano addirittura i mezzi con le consegne già “pallettizzate” (l’euro pallet misura 120×80 in pianta). Il box contenente il materiale per una certa zona viene caricato sulla cagobike e fatto partire. Durante il tragitto si effettuano le consegne ed il mezzo si alleggerisce, la batteria va in esaurimento ed il mezzo torna all’hub di partenza.

Qualche ulteriore considerazione sull’opzione della consegna con le cargobike per “l’ultimo miglio”.

  • Impatto sull’ambiente cittadino prossimo allo “Zero”. Migliore qualità dell’aria e riduzione del rumore di sottofondo immediatamente percepibile.
  • Spazio occupato dal mezzo di trasporto, sia per il transito che per la sosta, poco più che una bicicletta. Qualsiasi furgone, che sia a motore endotermico oppure elettrico pesa alcune decine di quintali ed occupa come minimo 12/15 mq di spazio. Questo è uno dei motivi per i quali sostituendo un furgone endotermico con uno elettrico il caos cittadino delle strade non cambierà di una virgola.
  • Usura del manto stradale del tutto trascurabile. Non si può dire lo stesso di un mezzo da 35 quintali in accelerazione e frenata ogni 50/100 metri.
  • Facilità di guida e maneggevolezza elevatissima. Una cargobike inverte la marcia in un fazzoletto di spazio. Un furgone ha un diametro di sterzata superiore ai 12 metri.
  • Danni in caso di “collisione” coi pedoni (che sono comunque i veri titolari dello spazio cittadino e che in centro vorrebbero potersi muovere senza l’assillo del furgone alle costole) molto contenuti per le dimensioni e le velocità dei mezzi che nella corsa più “sfrenata” arrivano a 25 km/h, velocità che spesso i mezzi a motore raggiungono in seconda.
  • Con le nuove norme del Codice della Strada che prevedono strade a “senso unico eccetto bici” anche muoversi in città consente alle cargobike di scegliere il percorso più breve.

Le città di tutto il mondo – spiega Caroline Watson, Direttore dei Trasporti, C40 Cities – stanno adottando misure ambiziose per ridurre al minimo l’impatto del trasporto urbano di merci che rappresenta una delle maggiori fonti di inquinamento atmosferico e climatico. C40 è lieta di sostenere Milano nella sperimentazione e nell’analisi di un modello innovativo per la consegna di merci urbane a zero emissioni. I risultati del ‘pilota’ dimostrano che le cargo bike rappresentano un’alternativa efficace e meno impattante rispetto ai veicoli a combustibile fossile e possono offrire una soluzione competitiva, anche economicamente, alle imprese più piccole per ridurre le emissioni dell’ultimo miglio”.

Diceva il consigliere di Milano Marco Mazzei nel settembre 2021 :

Corre sulla bici anche la logistica, con Milano leader indiscussa nel settore: sono molte centinaia le aziende con sedi in città che si affidano già oggi ai corrieri in bici per la consegna merci.

Potremmo riassumere “muovere le merci non i mezzi” conviene sempre. Specie se i mezzi sono piccoli e leggeri.

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